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"La parola liberata" è la testimonianza di una lunga esperienza umana e professionale a contatto con bambini che, in una fase o nell'altra del loro sviluppo, manifestano problemi di linguaggio. Le riflessioni dell'autrice nascono nella pratica quotidiana del suo lavoro di logopedista; si arricchiscono di studi teorici, certo, ma non perdono mai di vista i casi individuali, le persone, ciascuna con il proprio vissuto. Attraverso le storie di Sara, Luca e Giacomo il lettore si avvicina al tema della parola che, imprigionata, imbrigliata, cerca - o rifiuta - la propria liberazione. Il tema della fiducia si allarga quindi al contesto in cui vivono i piccoli "pazienti", e il libro si completa con la storia di un'esperienza di incontro con mamme di bambine in trattamento logopedia). Ci si può chiedere, scrivono Maria Pagliarani e Maria Pozzi nella loro prefazione, dove corre il confine tra un lavoro logopedico così attento alla relazione e un intervento psicoterapeutico: "Quale spazio riservare alla logopedia e quale alla psicoterapia? Ci sembra che i racconti proposti aiutino a trovare risposte anche a questi interrogativi".